L’Expo e la miniera del turismo

L’Expo Milano 2015 riuscirà, pur tra le mille difficoltà che vediamo tutti i giorni, a essere puntuale all’appuntamento del prossimo primo maggio (ricordate come la scadenza sembrava così lontana al momento della scelta del capoluogo lombardo, avvenuta a Parigi il 31 marzo 2008?). Perché, come direbbero gli americani, è una questione di sicurezza nazionale. Nel senso che in un momento di crisi così profonda un po’ di sano orgoglio sarebbe ora di recuperarlo nei confronti di un mondo, del mondo, che guarderà al nostro Paese con un interesse particolare. E’ come se ci fosse stata assegnata una gigantesca miniera d’oro dalle enormi potenzialità, ma piena di insidie. Prendiamo, rimanendo in tema aurifero,  la “vena” del turismo. L’impatto di milioni di persone non può essere visto come qualcosa di piacevolmente inaspettato. Se pensate che in alcune piccole città d’arte lombarde si attendono centinaia di migliaia di visitatori in un solo anno,  la risposta deve essere pronta e il più possibile coordinata. A cominciare da come, in occasione dell’Expo, ci si possa muovere con i mezzi pubblici per uscite di un giorno o due. Potenziare i treni e, soprattutto gli autobus, con linee “turistiche” che tocchino le varie località a orari umani potrebbe dare quella spinta a muoversi e trasformare i turisti in altrettanti ambasciatori del nostro paese. A patto, ovviamente, che una volta arrivati in una città trovino dei servizi e un’accoglienza adeguati.  Magari iniziando da una tessera unica (anche virtuale con app) per tutti i  trasporti e vincolata al biglietto dell’Esposizione: si eviterebbero così quelle quotidiane scene di persone in stazioni di treni e bus alla ricerca di un biglietto. In caso contrario il nostro biglietto… da visita sarebbe disastroso.