I cervelli italiani in Australia e il liceo che vuole parlare di economia

L'Australia è pronta a scommettere sui "cervelli" italiani, spiega in un'intervista a Eugenio Bruno l'ambasciatore australiano in Italia, David Ritchie, con l'obiettivo dichiarato di favorire la cooperazione e lo scambio tra i due governi (e non solo tra i singoli atenei) sulle iniziative per lo sviluppo del capitale umano. Che sta diventando il vero obiettivo di molti Paesi impauriti dalla carenza di competenze e risorse generazionali per affrontare i prossimi decenni. Un quadro chiaro a tutti, ma che in realtà come quella italiana spazzata da una crisi violentissima, passa forzatamente in secondo piano. Eppure, dietro la dolorosa fuga di cervelli, si sta cercando di costruire qualcosa per i giovani. Partendo da una scuola superiore che cominci a imparare e a insegnare il linguaggio dell'educazione finanziaria, una delle chiavi cruciali del futuro.         

 

"Si può essere cittadini del mondo, oggi, senza possedere competenze economiche e finanziarie? Non si tratta solo di capire cos'è lo spread o il Pil o il debito pubblico. In gioco c'è la possibilità per i giovani, i cittadini di domani, di orientarsi nella società globalizzata e contribuire attivamente ad affermare valori come la partecipazione, il benessere collettivo, la democrazia sostanziale" ha scritto Carmela Palumbo, Direttore generale ordinamenti e autonomia scolastica del Ministero dell'Istruzione, sul numero scorso di Plus24. Spiegando che "per questo, per il Ministero dell'Istruzione, l'educazione economica rientra in un programma più vasto di educazione alla cittadinanza, nel solco dell'insegnamento di "Cittadinanza e costituzione"; inoltre la formazione economica e finanziaria dei giovani in Italia può ora vantare un nuovo indirizzo di studio, che ci avvicina ad altri Paesi europei come la Francia: il liceo economico-sociale.

Un liceo fino a ieri assente nel sistema scolastico italiano e oggi rappresentato da altre 360 istituti in continua crescita. Come sono in crescita i suoi iscritti, passati quest'anno dal 1,5% al 2,1%, a mano a mano che presso la famiglie, le scuole e le imprese si farà strada la consapevolezza della novità. Finalmente quindi un liceo dove si studiano le discipline giuridico-economiche (insieme alle scienze sociali e ad altre materie tipicamente liceali) per accrescere le capacità di comprensione del mondo contemporaneo degli studenti quando si affacceranno all'università, qualunque sia la facoltà che sceglieranno. Perché potranno diventare medici, ingegneri o lavorare in qualsiasi settore, ma dovranno avere una preparazione di base più ampia ed essere attrezzati per comprendere meglio il loro tempo. Per questo assieme alle reti regionali dei licei economico-sociali abbiamo definito questo indirizzo "il liceo della contemporaneità", proprio per sottolineare che la dimensione generalista, tipica dell'istruzione liceale, si coniuga con gli strumenti necessari per comprendere la realtà contemporanea e le sue trasformazioni: due lingue straniere e una forte proiezione internazionale; la statistica insieme alla matematica per imparare a documentarsi e usare i dati; le scienze sociali per "leggere la complessità"; le discipline umanistiche per porre sempre l'uomo al centro dei fenomeni economici, come ci insegnano anche alcuni grandi premi Nobel per l'economia. Del resto la necessità di potenziare l'educazione economica e finanziaria nelle scuole proviene anche dal contesto internazionale. Dall'indagine Ocse Pisa 2012 aspettiamo i risultati delle prime verifiche sul grado di alfabetizzazione economica dei giovani; sarà quello un ulteriore motivo per rilanciare l'importanza dell'educazione alla cittadinanza economica nelle scuole".

  Vedremo i risultati, ma sicuramente è una delle sfide da raccogliere per dare alla formazione dei nostri giovani ulteriori e solide fondamenta.