Da Facebook a Twitter la banca scopre i social network: ma come li usa e servono ai clienti?

Sono arrivate in ritardo, però ora le banche si stanno muovendo sui social network. Preferiscono Facebook, dove la comunicazione può essere regolata, meno Twitter dove è sempre bidirezionale. Ma almeno in un settore che da sempre è restio a creare dei canali di confronto veloce con i clienti, qualcosa si sta muovendo. Appunto, ma come? E gli utenti che benefici o problemi possono trovare? Plus24, il settimanale di finanza personale del Sole 24 Ore, questa settimana è andato a indagare sui numeri e sulle strategie di banche e Poste. Partendo da questa base: "Siamo primi al mondo per tempo passato su Facebook e gli altri social network: 6,27 ore al mese – ma è una media –. Su 37 milioni di italiani che frequentano il web, per oltre la metà quotidianamente, ben 16,8 accedono in mobilità da smartphone o tablet. Non a caso i media sociali sono la nuova frontiera del rapporto tra banche e clienti. Sbarcati sul canale in ritardo, gli istituti usano Facebook (circa 23 milioni di utenti in Italia, di cui oltre la metà hanno più di 35 anni), Twitter, Google+, Linkedin, Youtube, Flickr e gli altri network per catalizzare comunità eterogenee e in crescita esplosiva: la somma dei soli fan e follower di profili Facebook e account Twitter delle banche è a quota 710mila. Lo testimonia la prima indagine di Kpmg sul social banrking, che «Plus24» presenta in esclusiva. Un rapporto da cui emergono grandi convenienze, per istituti e clienti, ma anche criticità da sanare rapidamente"

Una approfondita inchiesta che va al cuore di una delle chiavi del futuro: la trasparenza, la completezza e la velocità di risposte di chi amministra il denaro, e i servizi ad esso legati, dei cittadini.