Conti correnti, che cosa fare quando la banca cambia le condizioni (e alza i costi)

Arrivano, arrivano. Purtroppo le lettere con cui alcuni istituti bancari avvertono i clienti di un cambio di condizioni sui conti correnti sono ormai una consuetudine di fine-inizio anno, ma che rischia di essere molto pesante.

Così al gentile titolare del c/c "ai sensi dell’art. 118 D.Lgs n. 385/93 (testo Unico Bancario)” vengono proposte  “le modifiche di seguito riportate delle condizioni applicate ai contratti, che si rendono necessarie a causa dell’incremento dei prezzi di mercato e delle conseguenti ripercussioni sui costi dei beni e servizi” ecc. ecc. Che in soldoni significa, ad esempio, l’aumento di un euro al mese del canone del conto corrente, di 12 euro in più per tenuta conto annua, di 0,50 euro per la registrazione di ogni operazione e così via. Con data di entrata in vigore solitamente fissata per l'1 febbraio.

Rincari inevitabili? Sì se non si fa nulla perché gli aumenti scattano automaticamente; probabilmente no se si mettono in atto queste cinque mosse.

1) Prendete la lettera che vi è arrivata e, prima della scadenza indicata, andate in banca dal funzionario che vi segue.

2) Se il nome non è indicato o nessuno vi segue, chiedete del Direttore e fatevi assegnare un funzionario che possa farlo.

3) Con il funzionario controllate (anche se dovreste farlo almeno due volte l'anno) le condizioni praticate al vostro conto.

4) Verificate quanto peserebbero i rincari sul conto calcolandoli sulle attività (operazioni ecc.) dello scorso anno

5) A questo punto avete uno scenario concreto e potete trattare sapendo che quanto indicato nella lettera rappresenta le condizioni base, le quali possono essere modificate in base alla tipologia del cliente e al tipo di attività che svolge o categoria alla cui appartiene. Cliente che comunque la banca ha tutto l'interesse a tenersi, anche perché modificando il contratto il titolare del conto può chiuderlo senza spese entro la data di entrata in vigore delle modifiche.