Il buon investimento dipende dall’educazione

"Faccia pure lei, l'importante è che sia un buon investimento". Frase tipica fino ad alcuni anni fa di molti risparmiatori italiani che delegavano completamente la gestione del proprio denaro alla banca o agli altri operatori finanziari, dimenticando che proprio quei sudati soldi andavano comunque seguiti nel loro "cammino", ma altresì dimostrando una grande fiducia che in tanti casi però è stata tradita. La crisi da questo punto di vista ha richiamato tutta la filiera del denaro a una difficile, ma fondamentale opera di ricostruzione di conoscenza negli strumenti a disposizione e di credibilità nei confronti di chi li vende.
Fondamentale la strada dell'educazione finanziaria, che rappresenta uno dei cavalli di battaglia da anni di Plus24, il settimanale di finanza personale del Sole 24 Ore. Proprio sabato scorso l'editoriale ha affrontato questo delicato tema. Autore Maurizio Trifilidis, Titolare del Nucleo per l'educazione finanziaria della Banca d'Italia. Ecco il testo integrale. 

I mercati finanziari sono profondamente cambiati e l'offerta di prodotti e servizi è sempre più diversificata; il sistema di welfare si è evoluto, anche per i fenomeni demografici. Di conseguenza, le responsabilità dei singoli nelle scelte per il proprio benessere finanziario sono aumentate, così come la complessità. La crisi, tuttora in corso, ha amplificato i cambiamenti e ne ha reso più drammatici gli effetti. Dunque, è ora più urgente acquisire familiarità con i concetti economici e finanziari. Anche la tutela del consumatore ne trarrebbe vantaggio. Nessuna norma può essere efficace se gli interessati non hanno strumenti di valutazione. Ovviamente, l'educazione finanziaria deve integrare ma non sostituire la regolamentazione. Pertanto, è cresciuto l'interesse di Governi e autorità pubbliche e dei privati a favorire la conoscenza economica.

Uno dei principi condivisi a livello internazionale raccomanda che la formazione inizi a scuola, secondo le linee guida dell'Ocse. Per questo è nato il progetto Educazione finanziaria a scuola condotto dalla Banca d'Italia e dal ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. L'iniziativa mira a introdurre già dalle elementari l'educazione finanziaria nei programmi scolastici, coniugando le competenze specialistiche della Banca d'Italia con quelle didattiche degli insegnanti: la prima cura la formazione dei docenti coinvolti, gli insegnanti formano gli studenti.

 
L'argomento centrale delle lezioni è la moneta e gli strumenti di pagamento, concetti di pronta utilità nella vita quotidiana. Per facilitare l'insegnamento, è stata avviata la collana "I quaderni didattici", disponibile sul sito della Banca d'Italia, che, con un linguaggio semplice e una grafica accattivante, cerca di stimolare l'interesse dei ragazzi. 

Se l'interesse per l'educazione finanziaria a scuola risulta evidente dal numero di alunni coinvolti, cresciuto da circa 600 a 23mila, una caratteristica qualificante dell'iniziativa è stata, sin dalla progettazione, la misurazione rigorosa dei benefici della formazione. Questa ha mostrato l'efficacia delle lezioni in aula per incrementare in modo significativo e duraturo le conoscenze dei ragazzi.
L'esperienza maturata spinge a sostenere la scuola come canale privilegiato per accrescere la cultura finanziaria, pur nella consapevolezza che si tratta di investimenti a lungo termine. È però fondamentale non limitarsi ai giovani, ma offrire a tutti la possibilità di alfabetizzarsi.
Negli ultimi anni in Italia si sono susseguite proposte di legge per definire una strategia nazionale sull'educazione finanziaria; per favorire la crescita economica del Paese sarebbe importante accelerare il dibattito sul tema.