Il politico che viaggiava in Kawasaki senza saperlo

Rappresentano un valore immenso per le organizzazioni criminali. Sono i dati personali rubati dalla Rete che possono diventare una bomba a orologeria per i risparmiatori. Un delicato tema affrontato oggi da Paolo Zucca nell’editoriale di Plus24, il settimanale di finanza personale del Sole 24 Ore. Eccone un abstract.

Nessun individuo dotato di buon senso stamperebbe volantini con la propria carta d’identità per diffonderli a migliaia di sconosciuti. Aggiungendo ulteriori dettagli di identificazione come i nomi dei figli, luoghi frequentati, passioni varie (tutti elementi che favoriscono l’individuazione delle password) o addirittura dati finanziari sensibili. È quanto sta accadendo nella rete, nei social network in particolare, e da ogni parte del mondo qualcuno potrebbe approfittarne. Già avviene.

Il risparmiatore non sembra percepire correttamente il rischio di furto di identità, gli effetti negativi che ne derivano per i soldi persi o per il carico burocratico di dover dimostrare di non aver effettuato l’operazione a suo nome. Come quel noto politico che si è visto addebitare l’acquisto a rate di una moto Kawasaki, mezzo a lui sconosciuto.