Mi sono "sacrificato" e li ho provati quasi tutti. Dal provolone (pronuncia comune provolan) alla mozzarella alla ricotta, rigorosamente con questi nomi, rigorosamente con confezioni che richiamano i colori all'Italia e rigorosamente tutti prodotti in… America.
Altro che bon ton del mangiare in stile Italiano . Entrare nei supermercati non dico di New York o di una delle grandi metropoli (troppi italiani ne sanno sicuramente più di me per permanenza ed esperienza in loco) ma, come mi è capitato, nell'Iowa , profondi States, è tremendo.
Perché se là tutti impazziscono per il cibo italiano, come dimostrano i martellanti spot tv, i guadagni li fanno le imprese Usa. Un esempio: pensate al bancone del fresco di un nostro ipermercato e moltiplicatene la lunghezza per quattro in un florilegio di bianco rosso e verde e nomi classici come, appunto, provolone, mozzarella, ricotta. Se poi diamo un'occhiata alle pizze la fantasia non ha limiti così come gli spaghetti Napoli in scatola e già conditi, i maccheroni ecc. ecc. E ne vendono, oh se ne vendono. Ma i prodotti veri nostri? Da alcuni sparuti scaffali, come una riserva indiana anzi italiana, si alzano le bandiere di Barilla, Buitoni e della mitica Nutella.
Allora, sappiamo che le politiche commerciali Usa sono molto dure nella protezione delle industrie locali (e come dargli torto), però possibile che con questi giganti non si riesca a trovare un accordo per esportare in modo massiccio il vero cibo made in Italy delle nostre centinaia migliaia di eccellenti produttori? Ci guadagnerebbero tutti in un mercato dalle potenzialità immense. E poi: non siamo proprio in grado, tornando ai formaggi, di proteggere certi nomi che sono nostri, inventati da noi? Il Parmigiano si è imposto obbligando gli emuli a chiamarsi Parmesan. Ma per ora sola una fetta su cento ce la fa.
Dimenticavo: come sono questi formaggi Usa-Italy? Alcuni non male anche rispetto ai nostri gusti, altri identificabili solo se rigorosamente tenuti nella confezione…