Internet, metti una notte lontana a navigare

Metti una notte a navigare con Internet. Vi piacerebbe, vero? Dico a
voi, affascinati dalle nuove frontiere. D’altra parte se bastano <un
computer e un modem per raggiungere ogni parte del mondo al solo
costo di una telefonata urbana> significa che tutto e’ semplice,
molto semplice. Cosi’ semplice che quasi quasi si ha vergogna nel confessare uno dei
reati piu’ gravi dei nostri tempi, essere un navigatore pentito, nel
senso che prima di sbarcare sulla rete delle reti stavo per
rinunciarvi. Motivo: una serie di difficolta’ tecnico-personali
derivanti da un approccio pluriennale all’elettronica cosi’
artigianale da meritare una condanna a imparare a memoria tutti i
manuali della Microsoft.
Perche’ il mondo degli utenti di computer si divide tra chi e’ in
grado di utilizzare il multimediale come la bicicletta (parti, freni,
acceleri, la smonti, ci vai in vacanza) e chi lo ha sempre visto come
una macchina per scrivere con dischetti. Ora, se siete entrati nella
prima categoria senza problemi potete passare a un altro articolo. Se
invece appartenete alla seconda…
Ricominciamo dall’inizio. Metti una notte in cui, blindato in casa,
stai finendo un importante lavoro al computer. E lui ti tradisce
nell’unico modo che sa fare: impiantandosi o, piu’ elegantemente,
attuando un blocco di sistema. Allora cerchi di chiudere il
programma, che poi e’ una delle poche operazioni che sai eseguire, ma
l’immagine fissa del monitor non ti da’ scampo.
Tenti l’ultima mossa disperata, lo spegnimento, e se perderai un po’
del lavoro eseguito pazienza. Ma anche questo non funziona.
Nel silenzio il panico avanza, pensi al tempo sprecato, alla
figuraccia che dovrai subire l’indomani sotto gli sguardi di figli
tutti Windows e cd-rom e, soprattutto, alla soluzione che il tecnico,
quando arrivera’, trovera’ certo in pochi secondi.
Pensi anche che devi fartene una ragione, metterti a studiare non sul
computer ma ‘il’ computer prima di utilizzarlo cosi’ pericolosamente.
Gia’, a meno che tu non abbia un telefono a portata di mano. E
l’azienda che ti ha venduto il sistema non sia dotata di un numero
verde 24 ore su 24 per chi e’ in difficolta’.
Cosi’ se hai avuto l’accortezza di registrarti sempre via telefono o
fax con il numero seriale del tuo computer dopo l’acquisto, puoi
sperimentare un nuovo mondo. Tecnici di hardware e software di base
in chissa’ quale Paese (centrali ipercomputerizzate permettono il
telelavoro…) ma che rispondono nella tua lingua, sono in grado di
guidarti: l’importante e’ non fingere di conoscere il linguaggio
tecnico, anche il piu’ elementare.
Ti beccheresti una raffica di indicazioni tra l’uzbeko e lo svedese.
Meglio confessare – tanto non ti vedono in faccia – che cosa sai o
non sai. In fondo all’iperspecialista il neofita fa sempre tenerezza.
E poi il miracolo. <Schiacci quel tasto, scriva questa parola. E’
ripartito?>. <Si’, diavolo, funziona di nuovo. Grazie>. Ed e’ un
grazie tipo quelli che rivolgi a chi, quando ti trovi bloccato di
notte con l’auto guasta sulla strada, si ferma e ti accompagna fino a
casa.
Ma il grazie non cadra’ nel nulla. Dopo un po’ di giorni con una
telefonata dal centro di rilevazione dell’azienda ti verra’ chiesto
se <lei ha utilizzato la nostra assistenza gratuita. Come si e’
trovato? E’ poco soddisfatto, moderatamente, molto soddisfatto?>.
Soddisfatto, grazie, Ma e’ il momento di concedersi un po’ di relax.
Computer off-line, si accende la pay-tv. Ma come, non si vede nulla?
Il numero dell’antennista? No, meglio l’assistenza telefonica. <Ha
provato con la sintonia fine? Deve schiacciare il tasto verde del
telecomando del decoder e poi il segno meno. I collegamenti sono
stati eseguiti correttamente?>.
Rifai tutto, e pensi che e’ bello essere entrati nel XXI Secolo. Ma
ancora il segnale e’ debole, passa da un brutto colore a un bel
bianco e nero. Nuovo consulto e alla fine la pay-tv non c’entra
nulla. La colpa e’ dei cavi di distribuzione dell’antenna centrale.
Vecchi come il palazzo dove abiti.A chi posso telefonare, adesso?
All’amministratore.

______ Questo è un articolo che ho scritto durante la preistoria di Internet, esattamente vent’anni fa, il 21 ottobre 1996. Certo, tecnologicamente è cambiato tutto. O quasi tutto…