Sempre meno italiani in vacanza e, per chi ci va, periodi sempre più ridotti. Insomma, si resta in città e la conseguenza logica dovrebbe essere il fiorire di manifestazioni, appuntamenti culturali, feste, biblioteche aperte. Invece accade l’opposto: la liturgia del tutti liberi continua imperterrita per la quasi totalità delle amministrazioni comunali e di larga parte delle organizzazioni private. Con il risultato che chi non può andarsene altrove non ha praticamente alternative. D’altra parte siamo o non siamo il Paese del “ne riparliamo dopo le ferie?”
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Ma le rappresentazioni teatrali non erano vietate? #crisidigoverno