Ho comprato il telefonino usa e getta e…

…ed è proprio come si vede nei film. Sembrerà un controsenso per noi italiani, innamorati di prima generazione dei cellulari intesi non solo come mezzo di comunicazione – di molta comunicazione – ma anche come oggetto fisico, utilizzarli e buttarli, però negli Usa avviene anche questo. Al prezzo di quindici dollari (circa 12 euro) in contanti ho comprato in un grande magazzino un cellulare Samsung, piccolo, di quelli che si chiudono a conchiglia, con tanto di fotocamera e con 30 minuti di traffico già prepagato. Il tutto a marchio di una grande compagnia telefonica.

Ecco come funziona: il telefonino non ha scheda né possibilità di inserirla. Per attivarlo bisogna chiamare il numero indicato sulla confezione, seguire le indicazioni automatiche che chiedono la creazione di un pin e l’inserimento del codice postale di dove ci si trova. Tutto qui, nessuna altra richiesta. Poi via libera alle telefonate.

A questo punto dipende dalle esigenze personali: nel mio caso avevo soprattutto la necessità di essere chiamato dall’interno degli Usa senza dover fare spendere uno sproposito sul mio numero italiano. Ma anche dall’Italia con alcune schede telefoniche prepagate: con ad esempio dieci euro si possono effettuare 800 minuti (ottocento) di telefonate su cellulari americani con 30 centesimi di scatto alla risposta.

Attenzione invece se l’usa e getta viene utilizzato per chiamare, perché il credito precipita come una kamikaze. In parallelo l’aspetto positivo è che lo si può ricaricare in qualsiasi punto della compagnia telefonica partendo da un minimo di quindici dollari per un’ora di chiamate. E alla fine? O lo tieni per il prossimo viaggio (ma il credito e il numero si annullano dopo un mese di non utilizzo), o lo regali a qualche amico o lo butti.

Diciamo che se la convenienza è più pratica che economica, quello che colpisce è la semplicità dell’acquisto e dell’utilizzo del mezzo. Certo è che nella diffusione dei cellulari gli Usa sono arrivati dopo, ma hanno tagliato alcuni passaggi burocratici almeno su questo tipo di prodotti di pronto consumo. E fanno un sacco di utili visto che spariscono dagli scaffali in un attimo.

Chissà se Microsoft con Nokia e… Ma no, sono solo fantasie usa e getta come quelle di abbordabili tariffe roaming fuori dall’Europa, dato che attualmente costano come affittare un satellite.

 

  • Massimo Esposti |

    Scusa, mi ero perso il messaggio. In Italia non è possibile.

  • GIANCARLO |

    Ciao, in Italia dove si puo’ acquistare un cellulare usa e getta.
    grazie

  • Alberto |

    In negozio è facile trovare vecchi telefonini a 20-25 euro (con sim e ricarica incluse) utilizzabili sino alla rottura! Inoltre per produrre alcune componenti dei cellulari viene utilizzato il Coltan, un materiale molto raro e prezioso estratto col sangue da minatori congolesi sottopagati. E’ impensabile gettar via il dispositivo dopo 60 minuti di utilizzo ( oltretutto non è neppure riciclabile poichè non realizzato di sola plastica o di metallo soltanto!). Quella del cellulari usa-e-getta è una trovata idiota, degna delle società più sprecone e idiote (USA in primis)

  • nemo |

    Ma l’italia è ancora piena di fresconi che credono che la mala (e simili) abbia bisogno di queste stupidaggini?
    Solo uno stato di frustrati imbecilli può concepire di voler controllare tutto e tutti.
    Siamo come la corea del nord, solo più sfigati.

  • carl |

    Bravo “tonto..ecc”
    Infatti, che la nostra “privacy” comunicativa rimanga inviolata (ivi compresa la nostra identità personale, ecc.) non dipende dal fatto di aver comprato un cellulare usa&getta, o di aver comprato una SIM all’aeroporto di Londra, al costo du una “pound sterling”, oppure in Croazia, Slovenia o in un altro nuovo mercato..:o)
    In tal modo si può tutt’al più avere l’impressione di comunicare “nascostamente”. Ma è solo un’impressione assai relartiva (UN GURU HINDù DIREBBE è “MAYA”, PURA ILLUSIONE..:O), come quella di coloro che facendo uso del software a cipolla (o carciofo) TOR si immaginano di poter navigare in Rete anonimamente e senza essere “tracciati”..
    Insomma l’anonim,ato e la privacy sono funzione di quel che diciamo comunicando..
    Come ha dettop “tonto..” basta parlare di calcio-mercato e rimarremo ignoti alla NSA, al CGHQ e compagnia bella

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