Quel tasso zero tra emozione e ragione

“Ma sa che se, oggi, venisse a comprarmi venti auto volendomele pagare senza finanziamenti, dovrei rifiutare? Perché? Perché non raggiungerei gli obiettivi mensili della casa sui prestiti”. 

Assurdo? Forse, ma lo sfogo raccolto in una concessionaria è significativo di come, negli ultimi anni, il rapporto tra il valore di alcuni beni e ciò che possono generare le attività finanziarie a essi collegate, sia cambiato in modo silenzioso, ma deciso. Rimanendo all’esempio iniziale, l’auto è diventata, in tutti i sensi, il mezzo per piazzare finanziamenti che variano da un tasso effettivo, il taeg, del 2-3% ai più ricorrenti 8-9%. Ma non solo: ci sono le offerte per prolungare la garanzia o la manutenzione pluriennale. Insomma, un bouquet in grado di incidere significativamente sui costi globali per l’acquirente, convincendolo a non utilizzare i soldi che ha in banca anche se non è che rendano molto… Diciamo che siamo in piena autostrada della finanza emozionale, dove i messaggi  tipo “un ulteriore super sconto al netto degli oneri finanziari” diventano una sirena irresistibile, anche se a conti fatti l’auto la pagheresti di più che in ”contanti”, almeno nel caso in cui la promozione non lo vieti.

Un ulteriore motivo per riflettere su un tema da tempo molto dibattuto, quello dell’educazione finanziaria. Oggi più che mai è infatti importante cercare di non farsi travolgere dall’emotività, ma sforzarsi di capire perché si stia effettuando una scelta di spesa o di investimento valutando con calma la propria situazione economica.

E questo sarebbe un affare veramente a tasso zero.