Non hanno grandi possibilità economiche, non sono una potente lobby e stanno lentamente scomparendo. Chi? I negozi di prossimità, quelli veri e non gli “apri e dopo poco chiudi”, che da sempre rappresentano un presidio sociale (ricordate durante il Covid duro?) garantendo un servizio a una popolazione con pochi giovani e tanti anziani. Così, stretti dalla concorrenza della grande distribuzione, si stanno estinguendo senza che, a parte qualche uscita-slogan, nessuna azione concreta ne abbia analizzate le realtà che ancora lottano e sopravvivono, proponendo iniziative per farne continuare l’attività.
Certo, sarebbe interessante conoscere dai Comuni se dispongano di un censimento aggiornato di tipologie di vendita e di localizzazione o se sappiano, ad esempio, che un quartiere è rimasto senza più panetteria o fruttivendolo. E già che ci siamo con le fantasticherie, se conoscano per le varie zone quanti sono gli anziani che vi abitano o le famiglie che non possono permettersi un’auto per andare al centro commerciale.
Tanto per capire cosa significhi oggi parlare di difesa del tessuto sociale.