Dai consumi agli investimenti, se c’è una lezione che gli analisti di qualsiasi tipo di mercato hanno imparato bene è che, quando si interpellano non i numeri bensì le persone, spesso chi risponde non esprime un dato reale, ma ciò che vorrebbe fare o essere. Non a caso, da tempo, nei processi di elaborazione del materiale vengono inseriti anche elementi di riequilibrio.
Cosa accade però quando si cerca di mettere a confronto due mondi estremamente delicati come quello delle banche e della immagine che esse stesse si creano sui social con i loro post per, alla fine, ottenere un profilo ben definito?
Ci ha provato un progetto tutto italiano, Social Minds che, da tempo valuta il livello di adozione e utilizzo dei social media da parte delle banche italiane e che ora, con Affinity Matters, una piattaforma che utilizza l’intelligenza artificiale e studi di psicolinguistica, ha fotografato la “personalità” degli istituti bancari italiani suddivisi in tre grandi gruppi: nazionali, digitali, di credito cooperativo. “Facebook – spiega Leonardo Bellini, Digital Marketing Strategist e Founder di Social Minds e co-founder di AffinityMatters – è stato il terreno ideale per sviluppare un modello che negli scorsi anni aveva dato vita a un rapporto periodico e oggi ci permette appunto attraverso algoritmi e AI di ottenere un quadro ancora più sofisticato.”
Andiamo per esempi? “Le banche locali, in base ai nostri indicatori, emergono come le più empatiche, altruiste e coscienziose.”
Le grandi? “Sono certamente quelle più bilanciate, con tratti conservativi e che enfatizzano i propri successi.” E le online? “L’immagine è quella di dinamismo e determinazione nei propri obiettivi.”
Così, alla fine, diventano dei profili identificabili con una persona?
“Sì e le sorprese – spiega Elisabetta Risi, Research director di Social Minds, – non sono mancate. Prima di tutto l’età: siamo per tutte tre le tipologie di banche sotto i 40 anni. Lo storytelling delle nazionali fa emergere la figura di un uomo di circa 37 anni, mentre per le digitali sempre un uomo di 39 anni. Invece le banche locali si identificato con una brand narrative giovane e femminile di 35 anni”.
Un bel match per chi deve costruire o ricostruire un’immagine dove non conta più solo la capacità persuasiva della pubblicità, ma anche come e cosa si comunica. E’ per questo che avete iniziato anche a incrociare le case history di comunicazione di brand come Peugeot o Lavazza con i testimonial e la loro comunicazione personale sui social?
“Analizzare – dice Bellini – con Affinity Matters campagne da quella di Peugeot con il testimonial Dyokovic a quella di Lavazza con Agassi e Crozza ci ha portato a realizzare profili puntuali sui punti di incontro come ad esempio l’energia o negativi come l’egoismo. Un modo nuovo sull’efficacia in senso generale.”
Non penso siano stati tutti contenti dei risultati.
“La piattaforma serve proprio a questo: non dare risultati scontati, ma il più vicini a una realtà che cambia ogni giorno.”