Le banche, pur di risparmiare, le stanno inventando tutte. L’ultima trovata è quello del direttore-ologramma. Funziona così: prendete un giovane manager, elegante, dall’aria sempre indaffaratissima che si muove all’interno di una filiale. Parla con i funzionari e gli impiegati, poi attraversa serioso le ormai poche file di persone in attesa del turno allo sportello per, alla fine, chiudersi in ufficio.
Ma cosa c’entra l’ologramma? Che non si tratti di direttori in carne ed ossa l’ha scoperto – come ci ha spiegato – un vecchio cliente il quale più di una volta, in attesa del proprio turno alla cassa, incrociando lo sguardo del direttore aveva inutilmente accennato un saluto per averne uno in risposta.
“Niente, manco fossi stato trasparente. E’ evidente – spiega – che ci troviamo davanti a una nuova diavoleria per tagliare i costi. Chissà da dove li manovrano”.
Eh già, nelle lontane direzioni strategiche pensavano di farla ai vecchi clienti, che hanno conti e investimenti nella stessa banca magari da più di 50 anni, senza riflettere che questi dai capelli grigi sanno ancora riconoscere un direttore doc.
E allora? Forse qualche regolatina al programma di formazione degli ologrammi andrebbe fatta, inserendo magari frasi come “buongiorno” o “come va? ” anche perché di questi tempi non è che ci sia più tanto quell’affetto nei confronti della propria banca se fa fatica a salutare i clienti.
E senza dimenticare che in Internet la concorrenza degli “ologrammi” è straordinaria.