E' sicuramente rassicurante nei momenti di difficoltà poter contare su qualcuno o qualcosa che rappresenti un punto di riferimento, un'àncora alla quale legare paure e incertezze. Per gli italiani una delle sicurezze era rappresentata dal risparmio, il tanto citato tesoretto che ci pone al terzo posto mondiale nella classifica delle "formiche". Posizione difficile da tenere per la crisi dilagante che drena risorse alle famiglie.
Ma a riguardare i numeri complessivi del risparmio e di come viene investito o speso quel denaro sempre più difficile da guadagnare, emerge un Paese trasformista, dove le scelte, non più lineari come un tempo, reagiscono a impulsi dettati di volta in volta dalla paura, dall'incertezza, dal desiderio di trovare una svolta immediata ai problemi.
Provate a chiedere a chiunque se una cospicua parte del proprio denaro finisca in scommesse. La risposta sarà: «Ogni tanto una schedina del Supernalotto, o un Gratta e vinci». Strano, considerato che lo scorso anno nell"azzardo" sono stati impegnati circa 80 miliardi (tanto per avere alcuni termini di paragone sono 90 i miliardi di crediti che le aziende aspettano dalla Pubblica amministrazione e 80 i miliardi dei depositi nelle banche di Cipro). Ho usato "impegnati" per prevenire la precisazione che gran parte di questa montagna di denaro (anche qui, purtroppo, siamo terzi al mondo) viene restituita in vincite. Entrate che, dobbiamo però aggiungere, vengono in gran parte ributtate nel circuito.
Se c'è un pudore a dire che si vuole cercare il colpaccio, questo inseguimento di sogni per molti è diventato una sindrome tanto che è stata riconosciuta come malattia (con tre milioni di italiani a rischio su 15 milioni di giocatori). Una situazione che va ribilanciata, salvaguardando l'industria dei giochi sana, che ha creato e garantisce lavoro a migliaia di persone, con un rapporto con il denaro che sia di consapevolezza.
Certo è che se ci pensiamo si è creato un problema – la diffusione del gioco d'azzardo senza i dovuti controlli e limiti – e ora si deve rimediare a una situazione quasi di emergenza. Forse accanto ai giusti avvisi di "gioco consapevole" si dovrebbero mettere anche tabelle con cosa fare in alternativa agli "investimenti" in slot e affini. Tipo: una rinuncia in meno nel carrello della spesa, giornali, libri, una pizza con gli amici, un accantonamento per i figli o i nipoti. Insomma, la vita reale, lasciando il giusto e limitato spazio ai sogni.