Ci risiamo: affittacamere in agguato nelle università

Sono tornati. Con la ripresa delle attività universitarie, e nonostante i divieti, gli “affittacamere” si sono di nuovo appostati vicino alla bacheche delle Università dove, spesso loro stessi, hanno affisso annunci di appartamenti, camere, posti letto, rigorosamente solo per studenti.

Sono gli alfieri di un’economia sommersa e furba che si specchia in quegli occhi pronti a cogliere l’incertezza di un ragazzo con i genitori davanti a un annuncio, o a far scattare l’allarme se li osservi un po’ troppo. 

Gli atenei fanno il possibile per arginare questi non troppo nuovi mercanti nel Tempio i quali, però, non mollano spinti dal sacro ardore che, comunque, “la cedolare secca sugli affitti è un furto”. Ma certo, quindi sono obbligati a far pagare anche 300 euro – in nero – un posto letto. 

D’altra parte visto che il Governo deve ancora far quadrare i conti, è giusto che alcuni onesti cittadini abbiano deciso di auto-applicarsi flat tax e reddito di cittadinanza…        

  • Gio |

    Si sa che affittare agli studenti espone ad una serie di complicazioni ma questo non dovrebbe ricadere troppo sui prezzi. In genere gli studenti sono pieni di vitalità, quindi fanno feste e rumore e questo inquieta i vicini che poi se la prendono con i proprietari. Mi chiedo se AirBnB ha portato un po di equilibrio nei prezzi delle città universitarie aumentando l’offerta di alloggi. In fondo è un investimento anche comprare/ristrutturare casa per poi affittarla su AirBnb a certe condizioni.

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